Non so precisamente quando ho iniziato ad amare e ad apprezzare il vintage, probabilmente da piccola quando andavo al mercato con mia nonna o probabilmente ereditata da mia mamma.
Ho sempre amato moltissimo andare per mercatino e acquistare capi, accessori e oggetti vari che raccontano una storia, la loro storia e regalargli una seconda possibilità.
in casa nostra la maggior parte degli oggetti e anche gran parte di mobili sono stati trovati nei vari mercatini che abbiamo visitato ma lo stesso discorso vale per il mio armadio anche se ad essere sincera la passione per il vintage è aumentata negli ultimi anni in cui stufa di vedermi indossare un maglione uguale a centomila persone, pagarlo 20 euro e buttarlo perchè in condizioni pietose.
Il mio è anche e soprattutto un discorso di etica sostenibile infatti è davvero tanto tempo che non acquisto “fast fashion” e devo ammettere c he a parte il notevole risparmio che ho potuto notare il mio armadio è rinato: pochi pezzi ma belli e di qualità.
Chi mi segue da anni conosce il mio stile e in tanti lo avete sempre amato ma ho notato che in molte mi chiedete info su dove acquistare soprattutto in questo periodo che di mercatini purtroppo non se ne vedono tanti e per evitare gli spostamenti tani cercano capi online.
Ho deciso di scrivere questo post proprio per farvi scoprire dei profili che io personalmente adoro e sono sicura che anche voi apprezzerete e amerete come me.
REVIE di Alicia Martini 32 anni, metà francese e metà italiana. Vive a Firenze con il mio compagno, il loro bambino Théo e il loro cane Aldo. Si è Laureata in Architettura ma è cresciuta in una famiglia che da generazioni è coinvolta nel mondo della grande produzione tessile. Ha deciso di seguire le orme dei suoi genitori perché affascinata da questo mondo e da come muove fili che connettono tutto il pianeta in un’unico mercato. Ha avuto la fortuna di viaggiare per lavoro nei molti paesi di produzione, come Pakistan, Messico, Cina e Stati Uniti. Durante questi prolungati viaggi in fabbriche localizzare nei posti più poveri si è accorta e ha imparato a capire quanto sia elevato il tasso di sprechi, sia in termini di rifiuti, iper utilizzo di plastica, scarti tessili che vengono distrutti e moltissime altre cose che fanno male al cuore se solo ci si sofferma un attimo in più. Per non parlare del valore del lavoro una volta varcati i confini occidentali. La domanda che continuava a porsi era questa, ma con tutto quello che è stato prodotto in passato, c’è davvero bisogno di produrre così tanto oggi? Abbiamo adottato un modo di vivere estremizzato, indossiamo poche volte lo stesso abito e poi passiamo ad altro, ma alla fine, dove finisco tutti i nostri vestiti dismessi? Forse non tutti sanno, ma i rifiuti tessili rappresentano il 20% di tutti i rifiuti globali. Una percentuale inaccettabile al giorno d’oggi, ma che purtroppo cresce ogni giorno.





