Complice un cielo terso e azzurro da spezzare il fiato, ho trascorso l’intero weekend all’aperto. Ho praticamente modificato tutte le mie attività in funzione della luce, come un girasole.
Ultimamente sono un po’ in affanno, ho tante cose da fare, da completare e nessuna sembra voler volgere al termine. Non so se capita anche a te, per me è sempre stato così, sin dai tempi della scuola. Attendevo la primavera con grande eccitazione, per poi arrivarci affaticata e con le batterie un po’ scariche.
Pur essendo un momento dell’anno in cui la natura si sveglia e tutto si colora, ho sempre avuto la sensazione di arrivarci con una borsa carica di tutto il lavoro, l’impegno e le fatiche di mesi fatti di progetti, idee, sogni. Insomma, un bagaglio sicuramente pieno di tante soddisfazioni, ma bello pesante!
Così, lo scorso fine settimana ho deciso di mollare un po’ la presa ed allineare i miei ritmi, non alla serie di impegni già a calendario, ma a quelli che la mia mente ed il mio corpo mi chiedevano. Senza stare troppo a pensarci su.
Mi sono accorta di farlo davvero molto poco. O comunque, non abbastanza.
Così, mi sono concessa il tempo di lasciare i miei pensieri scorrere senza un particolare senso o motivo ed ho permesso a quelli negativi di scivolare via…
E così come la natura cambia e si rinnova, ho pensato a quanto sia bello ma allo stesso tempo destabilizzante il cambiamento. Ne siamo attratti e ne fuggiamo via allarmati. Lo cerchiamo e poi siamo spaventati dalle eventali imprevedibili conseguenze. Ci pensiamo e ripensiamo e poi ci teniamo stretti le care vecchie, rassicuranti abitudini.
Dimenticando una cosa fondamentale. Che siamo esseri in evoluzione e quindi il cambiamento è parte integrante della nostra vita. Ci trasformiamo ogni giorno un po’ di più… e mi piace pensare che, nonostante tutte le difficoltà, le ginocchia sbucciate e le ossa rotte, ci stiamo dirigendo verso una più bella versione di noi, un passo dopo l’altro.
C’è una simpatica filastrocca che ho il piacere di condividere con te. Sarebbe bello insegnarla anche ai più piccoli. Ricordando a noi stessi, che per quanto le situazioni possano modificarsi anche contro la nostra volontà, ciò che siamo e gli elementi che ci rendono unici, restano con noi.
Filastrocca dei mutamenti
Bruno Tognolini
«Aiuto, sto cambiando!» disse il ghiaccio
«Sto diventando acqua, come faccio?
Acqua che fugge nel suo gocciolìo!
Ci sono gocce, non ci sono io!»
Ma il sole disse: «Calma i tuoi pensieri
Il mondo cambia, sotto i raggi miei
Tu tieniti ben stretto a ciò che eri
E poi lasciati andare a ciò che sei»
Quel ghiaccio diventò un fiume d’argento
Non ebbe più paura di cambiare
E un giorno disse: «Il sale che io sento
Mi dice che sto diventando mare
E mare sia. Perché ho capito, adesso
Non cambio in qualcos’altro, ma in me stesso»